
Il trasto randa è una parte dell’attrezzatura di coperta estremamente importante che può influenzare in modo significativo, in alcune condizioni, il rendimento della nostra barca.
Ci sono, però, molti carrelli del trasto della randa che non sono pratici da usare e, di conseguenza, molto spesso rimangono fermi al centro della rotaia.
Ma per quale ragione una gran numero di velisti, soprattutto croceristi, non usa questo componente?
Nella maggioranza dei casi, i principali colpevoli di ciò sono un’attrezzatura inefficiente e un disegno del piano di coperta non appropriato.
Quale è il carico?

Il carico laterale “tipo” applicato al carrello della randa, secondo il punto di vista tecnico di un produttore come Harken, è circa il 20% del carico totale sulla scotta.
Ad esempio: il massimo carico verticale della scotta randa di un 35 piedi applicato al carrello è di circa 454 kg, di cui circa 91 kg di spinta laterale.
Il carico di lavoro specifico del carrello deve essere maggiore rispetto al massimo carico virtuale che pensate di avere in navigazione (diversamente, il coefficiente di sicurezza del carrello sarà troppo basso), tenete comunque presente che il costruttore fornisce sempre questo tipo di informazioni.
E’ inoltre necessario considerare la resistenza quando si regola il carrello con vento forte, che non è altro che la condizione meteo nella quale desiderate che il carrello lavori al meglio.

Nell’esempio sopraccitato, se il carrello ha un paranco 3:1, tipico nelle barche più datate, ci potrebbe essere un carico di circa 32 kg sulla scotta di regolazione del carrello quando desiderate cazzarlo sopravvento o, cosa molto più probabile, lascarlo sottovento: decisamente uno sforzo importante, tranne che per il velista più robusto!
Sulle barche più recenti si incontra più comunemente un paranco 4:1; su un 35 piedi, con un paranco 4:1 si ottiene un carico massimo di circa 23 kg.
Una volta scoperto quanto sarà il massimo carico sul carrello, il passo successivo è quello di dotarsi di un paranco sufficiente ad abbassare il carichi di lavoro e più manovrabile. Per le barche da crociera, un carico di 16 kg è già un buon valore e sempre su un 35 piedi, ciò significa un paranco 6:1.

Sfortunatamente non si vedono molti paranchi 6:1 in giro, nonostante siano disponibili sul mercato, con altri ancor più potenti. Con ogni probabilità il motivo risiede nel fatto che molti velisti pensano che non valga la pena sostenere una spesa extra. Potrebbe anche essere vero, ma la prossima volta che con vento forte ci si troverà a “lottare” per sistemare il carrello nella posizione desiderata, ci si domanderà anche quanto si è disposti a spendere per avere vita più facile!
Piccoli, ma fondamentali dettagli!

Anche quando il vantaggio meccanico ottenuto è corretto, l’attrito eccessivo sulla rotaia e sulle pulegge del carrello possono ridurre il reale beneficio. Se le pulegge non sono su sfere o non sono dotate di boccole a basso coefficiente d’attrito, è d’obbligo prendere in considerazione l’idea di sostituirle con altre che invece lo sono.
Allo stesso modo, scotte del carrello delle dimensioni sbagliate possono aumentare l’attrito, come quando una scotta troppo grande viene passata in una puleggia sottodimensionata.
Poiché, in presenza di una puleggia adeguata, i carichi del carrello non sono così pesanti, potrebbe avere senso usare una cima più piccola. Per maggiore facilità di manovra, tuttavia, la cima dovrebbe avere il diametro massimo previsto per quel tipo di puleggia.
Passascotte
Una volta ottenuto il vantaggio meccanico corretto con una scotta dalle dimensioni adeguate, è raccomandabile di non vanificarlo con un rinvio in pozzetto inefficace! Se il rinvio urta uno strozzatore, scorre in mezzo a due pulegge o sfrega contro la rotaia, contro un boccaporto o contro qualsiasi parte dell’attrezzatura di coperta, l’attrito è destinato ad aumentare.
I winch montati in coperta danno spesso fastidio, così come gli strumenti montati in posti non adeguati, o ancora un porta-lattina posizionato malamente. Assicuratevi che il rinvio sia in chiaro, dato che la scotta del carrello è parte di un sistema più complesso nel quale tutti i componenti devono lavorare all’unisono.
La regolazione del trasto
1. Il boma spinge il bozzello sottovento. Lo strozzatore sottovento rimane aperto. Lo strozzatore sopravvento è chiuso. Il carrello può essere portato sopravvento senza dover mollare la scotta sottovento. Il boma spinge il bozzello sottovento. Lo strozzatore sottovento rimane aperto.
Come si può regolare il trasto muovendosi il meno possibile dalla propria posizione in pozzetto durante la navigazione?
La maggior parte degli strozzatori hanno un raggio d’azione relativamente ristretto; non è sempre necessario stare direttamente dietro di loro, soprattutto se si utilizzano dei “deviatori per angoli estremi”.
Vi sono anche gli strozzatori a base girevole che possono aumentare gli angoli d’applicazione, alcuni di quasi 180°.
Un’altra possibilità presente sul mercato da molti anni, è il sistema Harken Windward per regolare la scotta da sopravvento. Gli strozzatori sono montati sul carrello e sono dotati di un sistema interno che sfrutta il carico laterale della scotta randa per far aprire lo strozzatore sottovento. Ciò implica che non si debba mai toccare la cima sottovento: è sufficiente spostarsi verso le draglie e tirare (vedi disegno).
A seconda di come è attrezzata la barca, o di quanto articolato desiderate che sia il sistema di regolazione del carrello randa, dovreste comunque indirizzare le scotte al di sotto del bordo del pozzetto per poi farle riapparire vicino alla zona “timoneria”. Se decidete per una soluzione di questo tipo, assicuratevi di avere uno strozzatore girevole nel circuito in modo che una persona d’equipaggio posizionata a prua del timoniere possa comunque regolare il carrello.