Il VOR 65, o in gergo il Volvo 65, non è l’ultimo modello di SUV della Volvo, ma bensì il monotipo di scafo a vela da 65 piedi di lunghezza (circa 20 metri) utilizzato attualmente dai sette team partecipanti alla Volvo Ocean Race , la regata a tappe intorno al mondo organizzata appunto da Volvo.
Harken è il fornitore ufficiale del sistema winch per l’intera flotta, sistema interamente progettato e prodotto in Italia.
Si parla di “sistema winch” poichè oltre ai winch in coperta c’è dell’altro ed è di questo ”altro”, quello che c’è ma non si vede, di cui vi vogliamo parlare in questo spazio.
Bisogna dire innanzitutto che il sistema winch dei Volvo 65 è composto da 8 winch: due per le volanti, uno per la randa, uno come utility (il tuttofare), due (i più grossi) come primari, e due (i più piccoli) per le drizze.
I winch primari, quello della randa e l’utility, sono comandati dai “coffee grinder” quelle tre colonne in fibra di carbonio (sempre progettate e prodotte da Harken) sulle quali l’equipaggio smanetta velocemente sulle maniglie proprio per azionare i winch. Ognuno dei winch collegati o “colonnati” può essere azionato da una o più colonne a seconda della potenza richiesta, selezionabili attraverso dei pulsanti posti in coperta.
I pulsanti devono essere azionati premendoli con i piedi, per ragioni sia di sicurezza che di praticità, in modo tale da non dover staccare la mani dalle maniglie o comunque da poter essere sempre “aggrappati” a qualcosa. Non dimentichiamo che si tratta di barche da regata che solcano gli oceani con qualsiasi condizione di vento e di mare anche attraverso tempeste e onde gigantesche.
Ma come si trasmette la potenza dei “grinder” i ragazzoni, (o “ragazzone” nel caso del team femminile SCA) che smanettano sulle colonne o “pedestal”, ai winch ?
Semplice, attraverso quello che c’è ma non si vede!
Ciò avviene attraverso un sistema di selettori, catene , alberi di trasmissione in alluminio, scatole di rinvio ad ingranaggi a bagno d’olio e assi di trasmissione in fibra di carbonio!
Proviamo a fare un po’ d’ordine.
Partendo dal pedestal, anzi dalle maniglie dei pedestal, si arriva ai selettori di marcia, quei due pulsanti a fungo posizionati sull’innesto delle maniglie che servono per cambiare marcia agendo sulle due catene presenti all’interno di ogni pedestal.
I pedestal passando attraverso la coperta portano le catene ad essere collegate agli assi di trasmissione in fibra di carbonio che sono quei “tubi” neri di circa 5 cm di diametro con la scritta Harken in rosso che percorrono il cielino della barca come fosse l’interno di un locale caldaia di un condomino.
Agli incroci di ogni asse in carbonio c’è una scatola rinvio che contiene degli ingranaggi a bagno d’olio come fosse la scatola cambio di una motocicletta da competizione; sono quelle scatole rosse in alluminio, leggerissime, che spiccano facendo contrasto sul nero imperante del composito in carbonio.
Ma non è ancora finita, bisogna arrivare agli winch, altrimenti sarebbe tutto inutile.
Sempre dalle scatole di rinvio partono in verticale degli alberi di alluminio scanalati che trasmettono il moto appunto agli winch, e il lavoro è fatto!
Ecco spiegato come, quello che c’è, ma non si vede, contribuisce in modo sostanziale al funzionamento del sistema winch dei Volvo 65.
Tutto chiaro?
Massimiliano Ronchetti