Poco tempo fa avevamo ricordato la grande figura di Eric Tabarly quando Loik Peyron s’era deciso di riutilizzare quello splendore di barca che è il Pen Duick II per una prossima regata oceanica.
Forse fu segno del destino, morì come visse, che Eric fu destinato a morire sulla barca del padre, il Pen Duick I (lo vedete nella prima foto).
Storia nota purtroppo: Tabarly era ad un raduno di barche d’epoca (il primo dei Pen Duick difatti ha la randa armata col picco) in Irlanda e decise di mollare gli ormeggi per trasferirsi in un altro porto. Durante il viaggio dovettero prendere una mano di terzaroli e nel mentre, Eric, pare sia stato colpito dal picco e di sicuro fu sbalzato in acqua e mai più ritrovato.
Non dimentichiamoci che Eric fu anche un architetto navale di grandissimo spessore seppur misconosciuto. Non nel senso che disegnasse, ma che aveva delle idee decine di anni avanti a tutti. Ad esempio l’uso del water ballast sul Pen Duick V che tra l’altro ha anticipato la forma dei “chiattoni” open francesi da 60 piedi con le sue larghe forme, come inoltre l’utilizzo dei foils che lui fece adottare nel Pen Duick trimarano (penalizzato solo dal fatto che allora la tecnologia navale poteva realizzare solo in alluminio lo scafo e quindi si pagava un dazio sfavorevole in peso). Come non dire poi del mitico utilizzo dell’uranio spento per una chiglia di un Pen Duick che gli costò pure un handicap grave durante una regata attorno al mondo!
Ma un’altra news ci riporta a lui e ci fa da incoraggiamento a questa diffusione di notizie d’antan sulle barche dell’epoca IOR e dintorni.
E’ di oggi la notizia certa che un armatore ha acquistato e riporterà agli antichi splendori un maxi con cui Eric fece la regata attorno al mondo edizione 1985/86 e cioè “Cote d’Or” (da non confondere col quasi omonimo “Disque d’Or che era invece di Pierre Fehlmann). Non portava il nome delle usuali barche di Eric in quanto lo sponsor era il cioccolataio Cote d’Or e batteva bandiera belga.
Da notare, nelle foto, la distesa di winch Barbarossa e attrezzatura italiana ed in quale stato si trova attualmente la coperta: siamo testimoni d’aver letto lettere che Eric mandava di suo pugno a Luciano Bonassi, indimenticabile disegnatore progettista ed autentico genio italiano della meccanica, che fu voluto da Luca Bassani alla Barbarossa e che disegnò nella sua vita centinaia e centinaia di winch, rinvii, rotaie, carrelli come il mitico triroller che tutto il mondo ha copiato.Del legno di cui si fece personaggi come Bonassi purtroppo è finita la scorta.