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Puleggia senza segreti

by Technical Sailing

Ci sono molte modalità per realizzare una puleggia con una buona scorrevolezza: si va dalla semplicistica bussola o bronzina che dir si voglia, in metallo, su cui scorre appunto la puleggia, fino a sistemi più sofisticati.
Questo era il tipico metodo usato ad esempio da una buona casa di prodotti nautici come la Schaefer americana, anche se l’efficienza del tutto non era, come dire, stellare.
A grandi linee, senza essere troppo al dentro di tecnicismi accademici, si può dire che più grande è la superficie di contatto, maggiore è il carico sostenibile, ma anche più grande l’attrito.
In casa nostra parve naturale applicare le sfere a go-go in ogni dove, e ovviamente anche alle pulegge.
Da notare che in una puleggia non solo si deve sostenere il carico applicato dalla cima, ma anche quello causato dalla cima che non sempre fa lavorare la puleggia in asse sulla sua sede (il porta pulegge). Per questo non solo si usa un giro di sfere per il carico principale, ma anche uno per i carichi laterali, fuori asse rispetto alla puleggia. E’ vero che molte volte una puleggia montata su un bozzello può seguire il carico allineandosi convenientemente, ma è anche vero che talvolta non è possibile per squisiti vincoli meccanici. Classico ad esempio è il caso di un bozzello fisso per le drizze, in mastra albero, che è critico nell’allineamento, in quanto lo si posiziona in genere prima di mettere l’albero ed è difficile azzeccarci se non si fa un simulacro dell’albero con le uscite delle drizze (ma anche cosa, resta dura: l’aggolettamento che cambia fa cambiare gli allineamenti!).

Limiti e vantaggi
Le sfere hanno però un limite ed un grande vantaggio. Il loro ridotto punto di contatto di  poca superficie, quindi, grande scorrevolezza, ma anche carichi sostenibili ridotti. All’aumentare del carico si tende ad aumentare le sfere. Più sono, più tengono. Ma questo ha un limite ovvio, che è quello del diametro della puleggia.
Per superare questo limite si impiegano rulli al posto delle sfere, ma prima di ciò, esiste la ovvia soluzione di alzare il carico di rottura delle sfere. E lo si fa classicamente passando dalle sfere di delrin a quelle di torlon. Quando questo non basta, allora si passa ai rulli che scorrono meno bene, ma hanno un carico più alto (mentre pel carico laterale si continua ad usare sfere).
Se poi non basta si passa alle sfere in metallo.

Quando aumenta il carico
All’aumentare del carico, seguendo l’incremento pazzesco delle dimensioni delle barche, che oggi dovrebbero essere in taluni casi chiamate navi e non più barche, necessita di tornare alla bronzina vera e propria. Questa volta non sarà più in metallo ma in materiale composito rafforzato. Attenzione che la bronzina però sia di dimensioni contenute in quanto essa sviluppa un attrito considerevole! Se la facciamo troppo estesa di superficie è vero che reggerò  tanto, ma girerà malissimo anche a carichi molto bassi.
Una via di mezzo potrebbe essere quella di usare rulli in titanio od acciaio che grazie al materiale sopportano carichi elevati, ma rimangono di un’ottima scorrevolezza tanto più la sede in cui scorrono è ben rettificata.
D.F.

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