“…a quel punto mentre alcuni equipaggi armano l’albero di rispetto tutti aspettiamo impazienti di metter mano alle draglie, ai pulpiti, alle vele, ai winch e a tutto quello che era stato stivato nei container per poter riarmare le barche al più presto.
Ad un certo punto, tutto ad un tratto, sentiamo all’impazzata un carosello di sirene misto a macchine della polizia americana, come si vedeva nei telefilm, che facevan un caravanserraglio non lontano da noi. Ci pareva una cosa che non ci riguardasse, ma a ben vedere le volanti americane pullulavano proprio nella zona doganale dove c’erano assembrati i nostri container.
Così decido di andar a veder di persona e non credo ai miei occhi quando vedo diverse persone, col tronco piegato sui cofani delle macchine della polizia, a forza, sotto la minaccia dei manganelli, e con i polsi ammanettati dietro le spalle!
Chi erano?
Erano Lorenzo Mazza ed i figli di Nello Mazzaferro, armatore del “Nitissima”, che incautamente avevano osato aprire i container ancora sotto sigillo dell’autorità doganale del porto!
La polizia li aveva pizzicati e gli fece trascorrere una notte in guardina!”
Tutto questo per introdurre il ricordo di un armatore dell’Adriatico che ha inanellato un barca più bella dell’altra, dedicate alla moglie Nita, sino all’ultimissima che non a caso si chiamava “Nitissima” (la barca, non la moglie), uno splendido 50′ tutto bianco, in composito, su disegno di Frers.
Peculiarità era che ogni mattina di ogni regata la barca usciva con un mazzo di rose rosse dato volta sul paterazzo, in omaggio della moglie dell’armatore.
D.F.