Carrelli a rulli CRX, o meglio i carrelli studiati per soddisfare una specifica esigenza: avere un carico di lavoro drasticamente aumentato rispetto alle sfere per applicazioni tipo Coppa America, Maxi e Big Boat
L’ idea , come volte accade,è più semplice da fare che da pensare!
Ad esempio, vedendo la rotaia ad Y rovescia per il sistema Harken Battcar tutti si chiedono: Come mai non è stata fatta prima, così, parimenti, guardando i carrelli Harken con tecnologia CRX viene pensato: Perchè si è andati avanti anni con le sole sfere a scorrazzare entro le piste….
In realtà , l’idea venne a Jack Roeser della Otto Engineering. Da qui nacque la collaborazione con Harken fino alla realizzazione dei primi carrelli immessi sul mercato come prodotti standard, non più custom, destinati esclusivamente per la Coppa America e per i pochi progetti prototipo da competizione.
L’Uovo di Colombo
In soldoni, l’uovo di Colombo si basa sul fatto che invece di farà scorazzare le sfere dentro le piste del corpo del carrello, sostituendo ad esse dei rulli, sempre peraltro dello stesso materiale (il torlon), il carico di lavoro e di rottura aumentava drasticamente grazie ad una maggior superficie di appoggio. Più contatto abbiamo, più aumenta l’attrito, ma più aumenta il carico sopportato.
Quindi il vantaggio netto di questo cambio epocale è stato il fatto che a parità di ingombro e di peso, un carrello a circolazione di rulli potesse resistere ad un carico quasi doppio rispetto ad uno aventi le sfere circolanti.
O altrimenti, a parità di carico, il carrello poteva essere quasi la metà di peso e di ingombro.
Tant’è vero che agli inizi l’occhio è abituato a ben altre dimensioni tendeva a far pensare a sbagli ed errati dimensionamenti allorche scorgeva i carrelli CRX a bordo.
In più, siccome i rulli dovevano essere tenuti in posizione da dei tappi di ritenuta, questi carrelli non presentavano più il fastidioso inconveniente di perdere i pezzi (le sfere) mentre li si smontava dalla rotaia.
Per controbattere al fatto che l’attrito generale subiva un incremento, si sono dimensionati questi carrelli a partire dalla taglia Big Boat per arrivare a quella Mini Maxi, quindi andare a coprire la fascia grosso modo di barche dai 50€ fino agli 80€ e più (sto parlando di trasto randa).
In questa dimensione è difficile avere un basso carico di lavoro e quindi la grande scorrevolezza delle sfere può essere abbandonata senza tanto ferire.
Il profilo della rotaia
Il pedaggio che s’è dovuto pagare comunque è stato quello di dover estrudere nuovi profili di rotaia dedicati appositamente a questi carrelli CRX. La rotaia Big Boat H3079 è standard mentre quella Mini Maxi è custom e va ordinata semplicemente specificando Custom Mini Maxi CRX lunghezza totale.
Questo perchè i fianchi della dovevano essere inclinati propriamente per far appoggiare i rulli.
Ovviamente le rotaie ad X per i carrelli CRX non possono essere usate per nessun carrello Big Boat o Mini Maxi aventi le sfere.
I rulli circolano nelle piste come fanno le sfere e qui bisogna ricordare che ciò possibile in quanto la tecnologia dei centri di lavoro consente di scavare da un blocco di materiale (alluminio 6061) dal pieno pezzi con scanalature ad alta precisione.
Se fossimo rimasti ai carrelli fatti con la fusione dei materiali, non si avrebbe questa precisione ed i rulli non farebbero mai la curva della pista che ovviamente è il punto critico di scorrimento.
Il tiro della scotta randa
I carrelli possono essere ordinati sia per un bozzello singolo (quindi per circuito alla tedesca) come per due bozzelli (quindi a T rovescia).
Importante , ma questo sempre, per ogni carrello del trasto, che il tiro di scotta cada a perpendicolo il più possibile sul carrello, altrimenti si fa lavorare solo una fila di rulli  (o delle sfere) e non l’altra.
Far accadere ciò, è come avere un’automobile ed usare solo due ruote!
Considerate bene quindi l’aggolettamento (gli esterofili lo chiamano rake) e la lunghezza della balumina:  entrambi determinano questa caduta di scotta, (oltre ovviamente all’attacco della scotta sul boma).
Posizionare la rotaia
Inoltre è bene assicurarsi che la rotaia sia ben dritta: non può seguire neanche il bolzone (la curvatura laterale) eventuale della coperta, pena di non far scorrere il carrello.
In certi casi, vedi i trimarani francesi, pur tuttavia, Harken ha realizzato un trenino di mini carrelli CRX proprio per poter necessariamente usare la rotaia curva di trasto randa.
Rimane valido, sempre e comunque, l’intelligenza del rigger nell’approntare un piccolo tratto di rotaia un “tot†più lungo del più lungo carrello in modo che smontando questa rotaia il carrello può essere tolto dalla coperta per manutenzione o per altri motivi.
La manutenzione
Ovvia raccomandazione, quanto inutile, di togliere il carrello una volta all’anno, sciacquarlo con acqua e sapone da piatti, con l’aiuto di un buon pennello, con le setole dure: risciacquarlo e rimetterlo in sesto.
Taglio e montaggio
La rotaia lunga ed il pezzo corto che serve da “cancello†vanno tagliate da un lato di 1†(quindi 25 mm) in modo che l’inserto maschio di congiunzione H3080 rimanga ben inserito tra le due rotaie.
Fate attenzione a mettere l’H3080 con i suoi due lati stondati ben in alto: questo è il suo giusto verso.
Altresì cospargetelo di Tef-Gel oppure di Duralac onde prevenire corrosioni.
Appena da accennare il fatto che le rotaie vanno tagliate a macchina in maniera da avere i bordi ortogonali (fate attenzione a togliere le eventuali sbavature). Anche qui, sui tagli, dateci sotto con Tef-Gel o Duralac.
Le rotaie vanno fissate in coperta con viti da 8 mm.
Qui forse il Tef-Gel è migliore in quanto appare meno visibile delle tracce di Duralac, di un giallo da primer di alluminio, proprio brutto se esposto alla vista.
Se non trovate nessuno dei due prodotti, allora il Lanocote può essere una valida alternativa.
Dopo queste citazioni di prodotti chimici, prometto che un giorno parleremo della “chimica†della barca!
Per ora divertitevi con i vostri CRX e scarrellate ben bene prima che la barca si rovesci!
Danilo Fabbroni